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Esempi di coaching 

Parlare in pubblico

Un manager aziendale prepara un discorso importante davanti a un grande pubblico. Il coach e il coachee danno per assunto nel loro lavoro, che i contenuti del discorso siano preparati accuratamente. Il coachee desidera soprattutto una presentazione convincente così come un’eloquenza ricca d’idee e forza argomentativa a confronto con possibili domande critiche.  

Il coach dunque, esamina insieme al cliente ogni sorta di scene immaginabili e reazioni del pubblico durante il discorso. Questo include quei ricordi di presentazioni simili che non si svolsero in modo ottimale. Ogni volta che il coachee, in modo soggettivo, si sente spiacevolmente colpito dalla scena immaginata, il coach verifica una possibile reazione allo stress con il test muscolare (test miostatico), tutte le reazioni deboli sono annotate.

Inoltre il cliente attribuisce a questi ricordi un valore sulla scala dell’esperienza soggettiva. 

Stabilire l’intensità della percezione soggettiva

Con il metodo bodyscan, il coachee ricerca dove, nell'esperienza corporea, si concentra esattamente la percezione emozionale: un pugno allo stomaco, un nodo alla gola, una pressione sul torace, un collo teso, ecc. Di seguito inizia l'intervento. Una sequenza di circa 24 movimenti di va e vieni della mano si chiama set.

Il coachee intanto si concentra sia sulla rappresentazione interna sia sull'eco corporea soggettivamente sgradevole. Già dopo 6-8 set, il cliente si sente libero dalle spiacevoli reazioni emozionali, anche quando, ora, pensa di nuovo concretamente alla scena stressante precedente: i muscoli delle spalle si rilassano sensibilmente, sente la gola libera, lo stomaco è piacevolmente caldo e rilassato, il test muscolare è forte.

Di seguito e con la tecnica body-scan, il cliente si concentra sulla sensazione corporea più potente e piacevole mentre pensa alla presentazione. Le successive serie di set intensificano questo “stato risorsa”. Il cliente stabilisce poi l'intensità della sua esperienza soggettiva sulla parte positiva della scala: "Adesso non vedo l'ora che inizi l’evento".

In questo caso, idealmente, si potrebbe organizzare un incontro di coaching, come intervento conclusivo, sul palco nella sala dell’evento, al cospetto delle numerose file di sedie. Questa procedura è chiamata coaching in vivo.

Durante l’intero processo, si attiva per questo direttore esecutivo una facilitazione neurale verso reazioni ed emozioni ricche di risorse, nella scena dal vivo. "Ero al top della forma - quasi inconsciamente e naturalmente" ha riferito questo cliente una settimana dopo l'evento.